Nelle riflessioni che mi hanno occupato il cervello durante il periodo di lockdown ce n’è stata una particolare, relativa al concetto stesso di gioco. Che cosa è un gioco? Che cosa identifica un gioco rispetto a un qualcosa che non è un gioco? Che cosa identifica un gioco rispetto a un altro gioco?

Domande non banali. Ho fatto quello che mi hanno insegnato in università, dare una definizione: una volta che hai definito quello che stai cercando di solito finisci con l’averlo trovato.

Ci sono un sacco di fonti che definiscono il gioco in mille modi. Tra le fonti famose c’è Johan Huizinga con Homo Ludens che classifica il gioco come fonte della cultura e Roger Caillois che lo distingue con quattro caratteristiche che possono o meno essere presenti (competitività, casualità, maschera, vertigine) e che sono differenziate dalla presenza di regole (ludus) o meno (paidia). Il gioco, concettualmente, nasce come paidia, un’attività sfrenata, che poi viene organizzata in ludus: i bambini cominciano a lanciare una palla, uno la lancia e centra un cestino, si gioca a chi riesce a centrare più volte il cestino, ci si mette d’accordo per sapere chi può tirare e siamo a un passo dall’aver inventato la pallacanestro.

La definizione è ancora abbastanza fumosa. Andando poi a leggere About games and being serious di Bateson o le basi di game theory finisco sempre più lontano da quello che sto cercando – anche se alcune cose dalla game theory ammetto che tornano comode.

Ho provato una riflessione di diverso tipo, esplorato e rastrellato quanto ho incontrato, arrivo a qui

Un gioco è un’attività caratterizzata da un Obiettivo interno al gioco, da delle Regole e da dei Giocatori che abbiano la volontà di perseguire l’Obiettivo sottostando alle Regole.

Verificare questa definizione implica un po’ di domande:

  • la presenza di un obiettivo è necessaria?
  • l’obiettivo deve per forza essere interno?
  • la presenza delle regole è necessaria?
  • la presenza dei giocatori è necessaria?
  • i giocatori devono voler conseguire l’obiettivo o seguire le regole?
  • c’è qualche altro elemento strettamente necessario?

Se sopravvive a tutte queste domande, la definizione regge. Altrimenti va perfezionata.

Vediamo se regge.